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Le dinamiche di passaggio dal "modello di ricerca estetica" al "modello performativo" nell'arte contemporanea implicano un rapporto interdisciplinare tra psicologia dell'arte e psicologia dinamica. L'excursus storico mette al centro il pensiero di Jung, Freud e Lacan e offre un taglio dell'irrappresentabile, collocando nel conflitto estetico di Meltzer, nella prospettiva storico-culturale di Vygotskij e nel pensiero immaginale di Hillman e Neumann i possibili paradigmi interpretativi. La performance, connotata dal qui e ora e dalla partecipazione diretta del pubblico, diviene emblema della necessità dell'uomo post-moderno di ricorrere ai modelli della grecità, nel tentativo di ripristinare, attualizzandolo, un equilibrio perduto tra apollineo e dionisiaco. Il "lutto del figurativo" viene attraversato con lo sguardo di Morandi, Malevic, Warhol, Twombly, Bacon e Fontana, Kandinsky, Hermann Nitsch e Marina Abramovic, esplorando i risvolti psicologici dell'efferatezza delle leggi della performance, che implica la coincidenza soggetto-oggetto e dunque una nuova semiotica del corpo.